«Se vuoi costruire una nave, non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente a
raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare
il lavoro. Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e
sconfinato. Appena si sarà risvegliata in loro questa sete si metteranno subito al lavoro
per costruire la nave». Antoine de Saint-Exupery, Le Petit Prince, 1943.

E’ iniziato un nuovo anno scolastico.

L’avvio è stato particolarmente difficile perché sull’entusiasmo della ripartenza ha spesso
prevalso la delusione per i limiti organizzativi e strutturali, ha prevalso la fatica di dover accettare
rinunce, ritardi, disservizi.
Eravamo sicuri che dai due anni tribolati che abbiamo alle spalle saremmo usciti migliori, più
forti… invece ci siamo scoperti più fragili, incapaci di tollerare altre frustrazioni e privazioni.
Per questo siamo arrivati alla vigilia del primo giorno di lezione preoccupati e inquieti, inclini ad
esternare manifestazioni di disappunto e sconforto.

Poi la prima campanella è suonata, si sono aperte le porte dei locali scolastici “vestiti a festa” e
gli spazi, che fino a sabato hanno rappresentato per noi solo misure e capienze, si sono riempiti
della presenza vivace e gioiosa nei nostri alunni.
E sulle nostre tensioni, sui nostri dubbi, sulle nostre rimostranze si è aperto uno sguardo nuovo,
quello dei bambini e dei ragazzi, felici ed entusiasti di ritrovarsi con compagni e insegnanti, lieti
di essere fisicamente a insieme, pronti ad affrontare disagi e limitazioni, pur di poter continuare
in presenza l’attività scolastica.
Anche noi adulti desideriamo far nostro questo sguardo, per trovare il senso di tante fatiche e
la motivazione per affrontare tutto ciò che ci attende.
Questa è la resilienza a cui siamo chiamati insieme, nella consapevolezza che le difficoltà non
vanno negate ma neppure affrontate in modo individualistico, devono piuttosto essere accolte
come sfide, come ostacoli da superare, come occasioni di dialogo, di confronto e di solidarietà.
Ripartiremo come comunità, nella responsabilità condivisa del rispetto delle regole e
dell’accettazione dei limiti, condizioni che consentiranno di vivere la scuola in presenza.
Riflettendo sull’esperienza cittadina della Scuola Diffusa, ci siamo resi conto che una soluzione
d’emergenza ha generato grandi ricchezze, che in contesti nuovi e stimolanti siamo stati disposti
ad accettare condizioni e situazioni che diversamente avremmo rifiutato, che la flessibilità
prefigurata dalle ultime indicazioni normative, il famoso “ove possibile”, non è una resa
incondizionata alla situazione di fatto, ma lo spazio per compiere scelte di priorità ispirate a
criteri e valori condivisi.

L’augurio di buon anno scolastico che oggi volentieri ci scambiamo sia dunque l’auspicio di …
sentire la nostalgia del mare, per metterci al lavoro con gioia per costruire insieme la nostra
nave e salpare verso i nuovi orizzonti che ci attendono.
Buon anno scolastico a tutti.

Il Dirigente Scolastico
Paola Campo